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Società: Istruzione

Sapere cosa ci fa progredire

Il sistema educativo svizzero è valido. È però in aumento lo stress per chi insegna e per chi studia e molte scuole vanno incontro a una carenza di personale. Questi problemi vanno risolti a breve.

L’essenziale in breve

  • In Svizzera la qualità dell’istruzione è molto alta
  • La formazione duale offre opportunità di apprendimento continuo a un’ampia fetta di popolazione
  • Lo stress tra coloro che studiano va crescendo
  • Il rendimento scolastico è in leggero calo
  • Le scuole universitarie svizzere sono di alta qualità
  • Questi istituti di formazione dipendono però (a volte anche molto) da donazioni private

L’istruzione è uno dei punti di forza della Svizzera – e un diritto fondamentale sancito dalla costituzione. La Svizzera vanta un’offerta formativa e un livello d’istruzione tra i migliori al mondo. E questo è importante: l’istruzione è infatti essenziale per combattere povertà e disuguaglianze.

La Svizzera ha un sistema di formazione duale. Dopo la scuola dell’obbligo alcuni frequentano scuole di formazione generale conseguendo la maturità specializzata o liceale. Altri affrontano una formazione professionale di base. In entrambi i casi in seguito sarà possibile una formazione terziaria.

Il modello di formazione duale consente un’alta permeabilità sociale, visto che anche dopo la scuola obbligatoria vi sono molte opportunità di formazione continua. In Svizzera il livello d’istruzione generale è perciò elevato.

Ma: secondo lo studio Pisa nel 2018 le prestazioni di scolare e scolari svizzeri erano peggiori rispetto agli anni precedenti. In lettura, matematica e scienze naturali si osservava un calo dei risultati. Nella lettura la media svizzera era addirittura inferiore a quella OCSE. Va inoltre crescendo la quota di coloro le cui capacità di lettura non bastano per affrontare sfide professionali e quotidiane.

In Svizzera l’istruzione è ancora una questione sociale – sin dalla nascita. L’educazione nella prima infanzia ha costi elevati per i genitori, che pagano di tasca propria tra il 66% (Svizzera tedesca) e il 38% (Canton Vaud) dei costi dell’asilo nido. Per le famiglie meno abbienti questo è un fattore penalizzante, che pesa anche più tardi: nel 2011/2012 il 34% delle ragazze e dei ragazzi dell’8a e 9a classe frequentava lezioni di recupero a pagamento. Chi proviene da famiglie con una situazione economica solida ha dunque più possibilità di proseguire gli studi.

Una cosa è certa: in Svizzera la scuola è gratuita.

2017

una sentenza epocale del Tribunale federale stabilisce che le lezioni scolastiche a frequenza obbligatoria devono essere pagate dalla mano pubblica.

A seconda dell’età dei figli, ai genitori può al massimo essere chiesto un piccolo contributo di 10-16 franchi per i pasti.

Fonte: Tribunale federale

L’elevata percentuale di lezioni di recupero è anche indicativa di un crescente stress scolastico. Le scolare e gli scolari che accusano sintomi di burnout sono sempre di più.

Dovendo ancora apprendere la lingua usata a scuola, le ragazze e i ragazzi di madrelingua straniera sono svantaggiati. C’è chi punta il dito contro le risorse umane ed economiche destinate a questo tipo d’integrazione e osserva come nella quotidianità scolastica si tenga spesso troppo poco conto dei traumi subiti dai giovani profughi.

Negli ultimi anni la Svizzera ha intrapreso la via della scuola inclusiva. Per le ragazze e i ragazzi con bisogni speciali o disabilità è prevista l’integrazione in classi regolari e un’assistenza supplementare che tiene conto delle loro esigenze. Le scuole devono essere accessibili per le persone in sedia a rotelle. La scuola integrativa non è però esente da critiche. Secondo alcuni, per esempio, l’integrazione di alunne e alunni con problemi comportamentali o difficoltà di apprendimento nuocerebbe al resto della classe. Crescerebbero inoltre lavoro e stress a carico del personale docente.

Da tempo, inoltre, in Svizzera vi è carenza d’insegnanti, cosicché l’attuale personale docente è chiamato a sobbarcarsi una mole di lavoro extra. La carenza d’insegnanti è il risultato dell’aumento del numero di scolare e scolari e dell’ampia diffusione del part-time tra il personale docente – una soluzione senz’altro compatibile con l’insegnamento, ma su cui oggi si fonda l’intero sistema. Poiché, infatti, ogni classe è seguita da più docenti specializzati, se tutti lavorassero a tempo pieno sarebbe impossibile organizzare l’attività scolastica.

Le opportunità di formazione terziaria e l’apprendimento continuo tramite corsi di perfezionamento sono tra i punti di forza della Svizzera.

Le scuole universitarie svizzere sono finanziate da Confederazione, cantoni e privati. A seconda dell’istituzione, a questi ultimi è riconducibile una percentuale che va dal 10% del Politecnico di Zurigo e dell’Università di Neuchâtel al 40% di San Gallo.

Avendo spesso poco tempo per lavorare ed essendo pochi i posti di lavoro per studenti ben pagati, chi studia ha in genere bisogno di un aiuto economico. Coloro che provengono da famiglie con difficoltà economiche possono richiedere una borsa di studio al cantone di origine. Il problema: a volte le borse di studio non tengono conto degli elevati costi della vita in città come Ginevra o Zurigo. Non disporre dei soldi per studiare significa dunque avere meno opportunità.

Una cosa è certa: la Svizzera vanta università di alto livello.

11° posto

nel ranking 2022 delle università compilato da «Times Higher Education» (THE): questo il risultato ottenuto dal Politecnico di Zurigo, che nell’Europa continentale raggiunge così una posizione di punta.

Il Politecnico di Losanna occupa il 41° posto. Tra le prime 200 delle oltre 1600 università e scuole universitarie in lizza troviamo anche gli atenei di Zurigo (82°), Berna (94°), Basilea (101°) e Losanna (135°).

Fonte: Times Higher Education

Le sfide da risolvere

  • Per promuovere le pari opportunità occorre aumentare la percentuale di straniere e stranieri con almeno un titolo di livello secondario
  • Servono misure incisive per porre fine alla carenza d’insegnanti
  • Le scuole universitarie rendono già note le donazioni più cospicue, ma per quanto riguarda donazioni e contributi privati la trasparenza può ancora migliorare
  • Affinché nessuno sia escluso da macrotendenze sociali come la digitalizzazione, tutti devono avere accesso all’apprendimento continuo

La Svizzera mira a far sì che il 95% dei venticinquenni abbia un titolo di livello secondario II. Soprattutto per quanto riguarda le persone con una storia migratoria, siamo però ancora lontani da questo target: se tra gli svizzeri la quota è del 94%, tra gli stranieri è del 77,3%. Ciò dipende dal fatto che molte di queste persone spesso approdano in Svizzera in età adulta e non beneficiano del nostro sistema scolastico.

L’istruzione favorisce la mobilità sociale e, dunque, le pari opportunità. E ciò vale a partire dalla prima infanzia: qui servono misure atte a permettere alle famiglie meno abbienti di far accudire i figli fuori casa. Chi non viene incentivato, prima o poi si perde. Le iniziative per l’apprendimento continuo ne sono una prova: la partecipazione di persone prive di un titolo postobbligatorio è bassa rispetto a quella di altri gruppi di popolazione. La sfida consiste nell’eliminare gli ostacoli che impediscono di accedere alla formazione continua.

Per le scuole la carenza d’insegnanti è una grande sfida. Per rendere la professione a lungo andare più attraente, dirigenti scolastici e associazioni chiedono migliori condizioni d’impiego. Per esempio un accesso agevolato alla formazione d’insegnante, buone offerte – p. es. per l’accudimento dei figli – per incoraggiare a sostenere un maggior carico di lavoro o premi proporzionali al numero di ore di lezione.

Una cosa è certa: il personale docente è giunto al limite.

Ca. 40%

del personale docente in Svizzera è a rischio di burnout.

Fonte: Enquête du Syndicat des Enseignants Romands (SER)

Malgrado l’alta qualità delle scuole universitarie svizzere, per il collegamento ai programmi di ricerca europei le istituzioni esigono una maggiore sicurezza di programmazione. Il motivo: la situazione nebulosa creatasi tra UE e Svizzera relativamente agli accordi bilaterali dopo la mancata conclusione dell’accordo quadro nel 2021. In seguito le scuole universitarie svizzere sono state escluse dal programma di ricerca europeo Horizon.

Dov’è il potenziale di cambiamento

  • Imprese: creazione di posti di apprendistato interessanti e programmi d’inclusione
  • Politica: soluzioni per l’accudimento dei bambini piccoli e più sostegno al personale insegnante
  • Società: meno pressione su scolare e scolari
  • Sostegno intensivo all’apprendimento della lingua per bambini e ragazzi di madrelingua straniera
  • Soluzioni per le persone che giungono in Svizzera con un basso livello d’istruzione ma dopo l’età scolare

Tramite l’offerta di posti di apprendistato interessanti le imprese possono rafforzare il sistema di formazione duale e creare un’offerta formativa diversificata. Possono inoltre promuovere l’apprendimento continuo, p. es. permettendo di ridurre temporaneamente le ore di lavoro o cofinanziando percorsi formativi terziari. Con programmi d’inclusione possono infine incentivare e integrare nel mondo del lavoro persone con disabilità o migranti con un basso livello d’istruzione o scarse conoscenze linguistiche.

Con soluzioni per l’accudimento dei bambini piccoli – soprattutto per le famiglie meno abbienti – la politica può contribuire a una maggiore permeabilità sociale.

Un maggior sostegno quotidiano al personale docente può sgravare quest’ultimo, migliorarne la salute psichica e ridurre le assenze prolungate. La situazione potrebbe anche migliorare se si riuscisse a incoraggiare più insegnanti a lavorare più ore e si agevolasse l’accesso alla formazione presso le alte scuole pedagogiche.

Servono misure contro la crescente pressione a cui sono soggetti bambini e adolescenti. Sensibilizzando scolare e scolari verso i pregi del sistema di formazione duale e le possibilità che ne derivano, li si può aiutare a intravedere prospettive diverse da liceo e università.

I bambini e ragazzi con scarse conoscenze della lingua locale necessitano di un maggior sostegno linguistico. In mancanza di una solida formazione linguistica faticheranno infatti a integrarsi nella società e a ottenere una buona formazione.

Servono inoltre soluzioni per le persone giovani e adulte che giungono in Svizzera senza una formazione. L’investimento nella formazione non giova solo agli interessati, ma alla società intera. Se una persona rimane tagliata fuori da società e mondo del lavoro, nel tempo si andrà incontro a costi elevati sotto forma di aiuti sociali.

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