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Economia

Progettazione, urbanistica, mobilità

Il risparmio energetico è al centro, anche delle polemiche, ma altrettanto importante è inserire le costruzioni in un nuovo concetto di rapporto con il territorio in tutti i suoi aspetti.

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Ideare le costruzioni immobiliari curando risparmi gestionali, funzionalità, ecologia e qualità di vita, inserendoli nei contesti paesaggistici, sociali e culturali in modo ottimale: un impegno sfaccettato e complesso, come indica l’arch. Federica Corso Talento, progettista e urbanista, Presidente dell’ASIAT-Associazione degli Studi di Architettura e ingegneria ticinesi.

Come interviene la sostenibilità nella progettazione immobiliare?

Forse sarebbe più corretto dire «come dovrebbe intervenire». Il concetto è onnipresente e si può sintetizzare con l’impegno di lasciare alle generazioni future un qualcosa senza intaccarlo. In realtà è un’utopia. Tuttavia sappiamo che questo settore è responsabile del 40% del consumo energetico, ed in particolare del 36% delle emissioni del gas serra. Quindi siamo un comparto energivoro e dobbiamo porvi rimedio. Se guardiamo al passato ci accorgiamo come un tempo si lavorasse meglio di oggi, e si riuscisse a costruire con un savoir faire molto più sottile. Lo testimoniano i nuclei storici, che non hanno intaccato nulla e ci hanno lasciato un patrimonio in equilibrio rispetto al contesto in cui sono inseriti ed alla natura.

Come e quando si è rotto questo equilibrio?

Dopo secoli, tutto è precipitato negli ultimi cento anni, dall’avvio della grande rivoluzione industriale, in termini di criteri di progettazione e di materiali. La Svizzera ha un ruolo importante in questo poiché è stata capofila delle costruzioni in cemento armato, nate in Francia alla fine dell’800. Il «marchio di fabbrica» è stato affinato nel tempo e Le Corbusier lo ha esportato in tutto il mondo della costruzione.

Siamo in tempo per un’inversione di tendenza?

Mettere dei paletti non è solo utile, è necessario, ma c’è chi grida all’eresia. Un caso è rappresentato dalle polemiche sulla recente decisione del Parlamento Europeo circa la Energy Performance of Building Directory, che sancisce l’agenda per la riqualificazione energetica delle varie categorie di edifici privati e pubblici. Si è gridato allo scandalo per le situazioni di certi Paesi e città, ma comunque le eccezioni sono previste, per nuclei storici, edifici artistici e religiosi, immobili piccoli, seconde case, ed altre eccezioni saranno trovate nel tempo. Si tratta comunque di una linea guida importante, in sintonia con gli impegni per il cambiamento climatico.

Quali altri aspetti vanno considerati a livello di progettazione?

Operiamo sul nuovo e sul vecchio. Il primo ambito presenta di solito meno paletti e ci lascia maggiore libertà operativa ma comunque aspetti come isolamento, risparmio energetico, fonti di calore e di energia rinnovabili, costi di manutenzione, irradiamento, vanno considerati. Dovremmo anche tornare a dare maggior peso ad aspetti come quelli paesaggistici e naturalistici, legati ad esempio all’orientamento geografico, alla circolazione dei venti, alla presenza di acqua. Ricordiamo come una volta la città o i borghi venissero fondati in base a criteri precisi, ad esempio in rapporto ai venti, alla confluenza di fiumi o secondo aspetti naturali determinati. Pensiamo al ruolo del verde, a piazze e giardini, fino ai «pocket garden» che, come è stato dimostrato, possono abbassare la temperatura di parecchi gradi nei periodi caldi ed aumentano la qualità di vita del quartiere. Possiamo anche lavorare sulla traspirabilità del suolo, sostituire l’asfalto con materiali porosi e permeabili. A livello costruttivo abbiamo fatto progressi nello smaltimento dei materiali ma, ad esempio, utilizziamo spesso materiali meno pregiati rispetto a quello che la nostra regione ci offre, legni, pietre, prodotti che potremmo valorizzare di più sul piano architettonico e su quello economico.

Altro tema attuale è quello della mobilità. Come evolve?

Il tema rientra negli equilibri urbanistici e si,fonda sulla mobilità lenta, la diffusione del,trasporto pubblico, delle biciclette, del car sharing e dell’elettrico, oltre a sistemi integrati,fra diversi mezzi di trasporto. Le aziendesono sensibili a questo tema ed il Cantone ha avviato un programma in tale senso, prevedendo anche incentivi.

Circa l'autore

Federica Corso Talento e architetto, progettista e urbanista, presidente dell' ASIAT-Associazione degli Studi di architettura ed ingegneria ticinesi.

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