Logo image
ISTOCK

Quando si parla di prodotti sostenibili, anche i marchi di moda finiscono sempre più spesso sotto i riflettori. I fabbricanti devono prepararsi per tempo, cioè già oggi, a questa evoluzione. Foto: ISTOCK

Economia Contenuto partner: Boston Consulting Group (BCG)

Industria della moda, agire subito!

Alla luce della crescente importanza della sostenibilità, i legislatori di tutto il mondo stanno inasprendo le condizioni per l'economia. Le aziende dell'industria della moda, del tessile e dell'abbigliamento possono tuttavia gettare già ora le basi del loro successo in questo settore.

5

Condividi
Copiare il link LinkedIn
Ascoltare
Logo image

Industria della moda, agire subito!

Condividi
Copiare il link LinkedIn
Ascoltare

6 Min.  •   • 

L'industria della moda, del tessile e dell'abbigliamento dovrà far fronte, in un futuro non troppo lontano, a un'enorme sfida. In tutto il mondo si stanno elaborando e discutendo proposte di legge che mirano a rendere l'economia più sostenibile e, allo stesso tempo, a metterla sotto pressione. La società di consulenza manageriale Boston Consulting Group (BCG), l'organizzazione no-profit Textile Exchange e la società di consulenza sulla sostenibilità aziendale Quantis, che fa parte di BCG, hanno analizzato la situazione in dettaglio e descritto in un rapporto le opportunità e i rischi per le aziende interessate.

Rivedere le strategie

In tutto il mondo sono già in fase di elaborazione più di 35 proposte legislative che riguardano direttamente o indirettamente l'industria della moda, del tessile e dell'abbigliamento. «I marchi di moda non sono stati mai tirati molto in ballo quando si parlava di sostenibilità» afferma Philipp Meister, Global Fashion and Sporting Goods Lead di Quantis. «Poiché il ramo, a eccezione di alcune aziende pionieristiche, non è si attivato abbastanza rapidamente, ci si affida alla legislazione per porlo nelle condizioni di uniformarsi a una nuova realtà». L'industria della moda, del tessile e dell'abbigliamento non avrà altra scelta che esaminare e adattare radicalmente le proprie strategie e i propri processi operativi per evitare di essere multata o addirittura esclusa dal mercato. In caso contrario rischia di perdere fino all'8% dell'EBIT (utile prima degli interessi e delle imposte). Limitarsi ad attendere gli sviluppi della legislazione è la strategia sbagliata. «Questo messaggio è stato nel frattempo recepito da gran parte dell'industria» afferma Philipp Meister.

Materie prime in primo piano

Gli autori ritengono estremamente importanti aspetti della sostenibilità come il consumo eccessivo, ma il rapporto pone l'accento soprattutto sulle materie prime e sul loro approvvigionamento: avendo un impatto notevole sull'ambiente, entrambi i fattori saranno ampiamente oggetto delle normative previste. I materiali più comunemente utilizzati nei settori della moda, del tessile e dell'abbigliamento sono lana, cotone, pelle bovina, MMCF (Man-Made Cellulosic Fibres) e tessuti sintetici. La parola chiave è «preferred materials» (materiali preferiti). Si tratta di materiali e materie prime che non solo hanno un impatto significativamente meno dannoso sull'ambiente, ma generano anche benefici per la natura, il clima e le persone. Perché non parliamo semplicemente di materiali sostenibili? «Perché questo termine non è realmente definito e se ne sta facendo un uso inflazionato» spiega Philipp Meister. «Inoltre fa troppo riferimento al risparmio di CO₂. Ma sono solo due aspetti fra tanti. Anche l'acqua e la biodiversità sono componenti importanti di un approccio ambientale olistico». Dobbiamo staccarci dall'idea che l'aspetto finanziario prevalga su tutto. «Da questo punto di vista numerose aziende dovranno riorganizzare l'intero approvvigionamento di materiali» è convinto Philipp Meister.

«I sistemi di incentivazione garantiranno che i marchi e i fabbricanti adottino metodi di produzione più sostenibili.»

Se in futuro le normative richiederanno la prova dell'origine lungo l'intera catena di produzione, si verificherà un'inversione di tendenza dall'approccio standard attuale, che consiste nel procurarsi i materiali necessari al minor costo possibile. Per prima cosa sarà necessario individuare quali elementi del proprio portafoglio di materiali hanno un impatto sulle persone, sulla natura e sull'ambiente: un compito impegnativo, poiché le condizioni di produzione variano secondo le regioni del mondo, i metodi di misurazione standardizzati sono spesso ancora in fase di sviluppo e i dati necessari non sono disponibili.

Notevoli opportunità di utili

Il rapporto individua due modi in cui le aziende possono esercitare la loro influenza. Numerosi materiali prodotti in modo convenzionale possono essere sostituiti da materiali rinnovabili e prodotti in modo sostenibile. Oppure si possono utilizzare materiali riciclati. «Questo cambiamento determinerà nuovi tipi di collaborazione tra fabbricanti di materiali e aziende del ramo» afferma Philipp Meister. «I sistemi di incentivazione garantiranno che i marchi e i fabbricanti adottino metodi di produzione più sostenibili». Ciò richiederà tempo e un certo volume di investimenti. Secondo il rapporto BCG, tuttavia, le aziende che agiranno con rapidità e coerenza beneficeranno a medio termine di notevoli opportunità di utili.

Sulla base di tre scenari, gli esperti hanno pronosticato i vantaggi finanziari derivanti da una diversa combinazione di materiali utilizzati. Invece dell'attuale 90% di nuove materie prime, la graduale conversione del portafoglio di materiali fino a un 60% di «preferred materials» può determinare un aumento netto del fatturato sino all'8% o cumulativamente a 100 milioni di dollari entro cinque anni. «Vale pertanto la pena diventare un'azienda pionieristica e analizzare e adattare il proprio portafoglio di materiali il più rapidamente possibile» afferma Philipp Meister. Questa trasformazione non è solo una necessità ma, se attuata tempestivamente e con coerenza, anche un'opportunità per ottenere un vantaggio sulla concorrenza. Agire rapidamente è molto importante anche per una ragione pratica. Quando tutte le aziende del ramo avranno adeguato il loro portafoglio di materiali, la domanda di «preferred materials» supererà di gran lunga l'offerta: il rapporto prevede una sotto-offerta fino a 133 milioni di tonnellate nel 2030.

Un manifesto di riferimento

BCG, Quantis e Textile Exchange hanno stilato un manifesto dei materiali che funge da riferimento generale al processo di trasformazione. Include sei principi che intendono sostenere le aziende del settore della moda, del tessile e dell'abbigliamento nel loro percorso verso un futuro più sostenibile. Sono:

  • conoscenza dell'impatto ambientale lungo l'intera catena produttiva;
  • creazione di presupposti scientifici per le decisioni future;
  • diversificazione del portafoglio materiali;
  • creazione di un modello di business vantaggioso per le aziende, i fornitori e l'ambiente;
  • rafforzamento delle proprie catene di produzione;
  • approccio volto a rendere accessibili le conoscenze, gli strumenti e gli incentivi a tutti i livelli dell'organizzazione.

«Tutti questi punti sono ovviamente collegati e devono essere implementati nella loro interezza se si vuole conseguire un successo a livello materiale» spiega Philipp Meister. L'esperto di Quantis mette tuttavia in guardia dal considerare il manifesto come una soluzione universale ai problemi. «È una base di partenza per comprendere il tema. L'attuazione pratica va successivamente adattata individualmente alla rispettiva azienda».

Integrare le conoscenze degli esperti nell'azienda

È ovvio che la transizione verso la sostenibilità costituisce un processo molto complesso per qualsiasi azienda. A maggior ragione se non la si considera esclusivamente in ottica CO₂, ma come un'interazione di aspetti ecologici, sociali ed economici. Per Philipp Meister è quindi essenziale che le aziende acquisiscano le conoscenze necessarie e investano il tempo e l'energia richiesti «Non importa se si assumono specialisti e si costituiscono competenze all'interno o se si avvia una collaborazione con consulenti esterni» afferma Meister. «Senza conoscenze specialistiche, questa trasformazione è destinata a fallire». Il tempo della «politica dei cerotti» è finito. La sostenibilità deve diventare parte integrante di ogni strategia aziendale nel settore della moda, del tessile e dell'abbigliamento.

Agire con lungimiranza e prudenza

La domanda di «preferred materials» (materiali preferiti e meno dannosi per l'ambiente) è ancora scarsa. Tuttavia, dato che oltre l'85% delle aziende del settore della moda, del tessile e dell'abbigliamento ha già fissato obiettivi per rendere la propria catena di fornitura più sostenibile, la situazione è destinata a cambiare rapidamente. L'offerta non riuscirà a tenere il passo con la domanda nel prossimo futuro. Il risultato sarà un aumento dei prezzi di acquisto. Agire ora significa assicurarsi risultati a lungo termine. A tal fine, è necessario analizzare la catena di approvvigionamento e tutti i suoi effetti. Inoltre, le conoscenze acquisite devono essere diffuse a tutti i livelli dell'azienda, in modo da poter sviluppare un modello di business olistico di cui possano beneficiare l'azienda, i suoi fornitori e l'ambiente.

Dichiarazione: Questo contenuto è stato creato dalla redazione di Sustainable Switzerland su incarico di BCG.

Questo articolo è pubblicato su

Pubblicità

Articoli popolari

Articoli consigliati per voi

BCP Perspectives
Cambiamento climatico

Perché le aziende dovrebbero investire ora nella sostenibilità

«Fast Fashion: è sostenibile?»
Tessili

Fast Fashion: possiama portarla ancora a lungo?

Foto: PD
Istruzione

Les collaborateurs, chevilles ouvrières de la neutralité climatique

Articoli simili

Economia rigenerativa: il concetto di «zero netto» è sufficiente?
Cambiamento climatico

Economia rigenerativa: il concetto di «zero netto» è sufficiente?

Foto: PD
Cambiamento climatico

Meno CO₂ nelle catene di approvvigionamento

Verso l’obiettivo zero netto grazie a dati affidabili
Management

Verso l’obiettivo zero netto grazie a dati affidabili