Logo image
hpgruesen / Pixabay

Bild: hpgruesen / Pixabay

Clima ed energia

«Siamo rimaste sorprese anche noi dalla sentenza della CEDU»

Norma Bargetzi dell'associazione «Anziane per il clima» esprime grande soddisfazione dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Svizzera per violazione dei diritti umani in ambito ambientale – «La sentenza della CEDU è una prima storica e avrà importanti conseguenze per tutti gli Stati europei»

0

Condividi
Copiare il link LinkedIn
Ascoltare
Logo image

«Siamo rimaste sorprese anche noi dalla sentenza della CEDU»

Condividi
Copiare il link LinkedIn
Ascoltare

5 Min.  •   • 

Riusciamo a raggiungere telefonicamente Norma Bargetzi solo intorno alle 16.00. «Sono a Strasburgo dove stiamo ancora festeggiando. È stata una giornata movimentata. Questa mattina io e le mie colleghe di comitato siamo partite presto dall'albergo perché entrare alla Corte europea dei diritti dell'uomo richiede tempi lunghi. Quando siamo arrivate c'erano già tantissimi giornalisti che ci attendevano. Poi la fibrillazione, fino alla sentenza». Per la donna oggi è un giorno importante, anzi, memorabile: i 17 giudici della Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) hanno dato ragione all'associazione di cui fa parte, le «Anziane per il clima Svizzera», e hanno condannato la Confederazione per violazione dei diritti umani in ambito ambientale. Il nostro Paese, in particolare, è stato condannato per aver violato l'articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, ovvero il diritto al rispetto della vita privata e familiare, in quanto non ha preso sufficienti misure per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Una sentenza emessa a seguito di un ricorso presentato da 2.500 donne che denunciavano «l'incapacità delle autorità svizzere di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici». Violato anche l'articolo 6 sull'accesso a un tribunale.

«Quando la CEDU ha sentenziato in nostro favore ho provato un'emozione fortissima», racconta la nostra interlocutrice. «Non ci aspettavamo di vincere in questo modo, anche se lo speravamo. Non pensavamo infatti che la Corte ci avrebbe dato ragione su tutta la linea. La questione fondamentale era capire se la protezione del clima faccia parte dei diritti fondamentali dell'uomo e la risposta è stata "sì". Ciò avrà delle conseguenze per tutti gli Stati europei».

Dopo gli iniziali momenti di euforia, nell'animo di Norma Bargetzi trovano spazio altre emozioni. «Ho provato un grande sollievo perché il nostro è stato un percorso lungo e impegnativo. Un percorso che, però, ci ha altresì arricchite molto. Siamo fiere di quanto fatto perché abbiamo tenuto duro. Un ingrediente della ricetta del nostro successo è probabilmente la tenacia. Un altro ingrediente è la cooperazione e la solidarietà tra soci, sostenitori e generazioni. Per avere un esito favorevole, alcune cause hanno bisogno che si lavori insieme».

«Il verdetto costituirà un precedente. Spetta alle varie autorità del Paese analizzarlo e delineare i modi» per rispettarlo, ha spiegato all'agenzia Keystone-ATS Alain Chablais, funzionario dell'Ufficio federale di giustizia (UFG) che rappresenta il governo svizzero alla CEDU di Strasburgo. Al comitato dei ministri del Consiglio d'Europa il compito invece di controllare le misure che la Svizzera adotterà per rimediare alle sue carenze. «Anche noi come "Anziane per il clima" controlleremo che la Svizzera rispetti la sentenza, perché, ricordo, è obbligata a farlo in quanto non è possibile inoltrare ricorso», sottolinea Norma Bargetzi. «La Confederazione dovrà allestire un budget per combattere i cambiamenti climatici e chiarire in quale modo intende lottare contro il surriscaldamento globale».

Una prima assoluta

È la prima volta che la CEDU si pronuncia sulla responsabilità degli Stati nella protezione climatica; «Anziane per il clima Svizzera» ha insomma stabilito un precedente: adesso altri potrebbero seguire. «In realtà, il nostro esempio è già stato seguito», spiega la nostra interlocutrice. «Qualche settimana fa, una collega di comitato ha ricevuto una richiesta da parte di un gruppo di donne coreane. Poco dopo la sentenza, invece, mi ha scritto una donna di Milano interessata alla nostra attività».

Del fatto che l'associazione «Anziane per il clima Svizzera» abbia tracciato una via che ora anche altri seguiranno è convinta anche l'attivista svedese per il clima Greta Thunberg secondo cui la sentenza della CEDU «è solo l'inizio delle controversie sul clima: in tutto il mondo, sempre più persone stanno portando i loro governi in tribunale per ritenerli responsabili delle loro azioni. In nessun caso dobbiamo tirarci indietro, dobbiamo lottare ancora più duramente».

Pareri discordanti

A livello politico, le reazioni alla sentenza della CEDU sono eterogenee: se la sinistra ha infatti accolto favorevolmente il verdetto di Strasburgo, gli esponenti degli altri partiti si sono espressi in maniera più polemica. A partire dal consigliere nazionale UDC Mike Egger (SG) che a Keystone-ATS ha definito «ridicola» la sentenza della CEDU. Il consigliere nazionale PLR Philippe Nantermod (VS), dal canto suo, ha scritto su X che «accettando richieste politiche, la CEDU esce dalle sue competenze e mette a repentaglio la propria credibilità. Spetta alle autorità elette democraticamente definire l'agenda politica degli Stati sulle questioni climatiche, non ai giudici».

Sulla medesima lunghezza d'onda anche il consigliere nazionale e vicepresidente della Commissione dell'ambiente Nicolò Paganini (Centro/SG) che, sempre su X, sostiene che la sentenza della CEDU non rispetta la democrazia diretta.

«Definire la sentenza "ridicola" come ha fatto il consigliere nazionale UDC Mike Egger è irrispettoso», osserva amareggiata Norma Bargetzi. «Respingiamo altresì l'accusa di non aver rispettato la democrazia diretta. Abbiamo scelto la via giuridica perché quella politica non sortiva gli effetti sperati. Alla base della scelta di andare per vie legali c'è anche una questione di tempo: quando ci siamo associate, nel 2016, la questione climatica veniva ancora ridicolizzata nonostante, già allora, fosse necessario agire in modo repentino. Il nostro non vuole pertanto essere uno sgarbo alla democrazia svizzera, bensì il tentativo di sostenere determinati processi a favore del popolo».

Sulla sentenza della CEDU è intervenuta anche la presidente della Confederazione Viola Amherd che si è detta sorpresa per il verdetto e ha dichiarato a Vienna, a margine della sua visita in Austria, che è molto interessata alle considerazioni contenute nella sentenza sul ricorso delle «Anziane per il clima». «Le dichiarazioni della presidente della Confederazione non mi sorprendono perché lo stesso Consiglio federale, per molto tempo, non ci ha prese sul serio. Una parte dei politici che ci rappresenta a Berna non si è resa conto dell'importanza della causa che l'associazione "Anziane per il clima" porta avanti», conclude la nostra interlocutrice.

Mattia Darni, «Corriere del Ticino» (09.04.2024)

Qui, Sustainable Switzerland pubblica contenuti curati da Corriere del Ticino.

Questo articolo è pubblicato su

Pubblicità

Articoli popolari

Articoli consigliati per voi

Foto: BMW

«I diritti umani non sono un compito di cui occuparsi una tantum»

Thomas Richter / Unsplash
Management

La sostenibilità è ora parte del bilancio di esercizio

Foto: Justice and Care

Unire le forze per combattere la schiavitù moderna

Articoli simili

Visibilità: dove sono le donne nel mondo degli affari e della scienza?
Uguaglianza

Visibilità: dove sono le donne nel mondo degli affari e della scienza?

La Svizzera
Governance

La Costituzione federale ha 175 anni, ci vuole un aggiornamento?

Klimaschutzgesetzt
Cambiamento climatico

Un sostegno "relativamente ampio" alla legge sul clima